Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Il rombo lontano di un tuono si fece più vicino mentre Elena correva sotto la pioggia battente. Aveva lasciato il lavoro, la piccola libreria antiquaria nel cuore di Firenze, solo dieci minuti prima, convinta che un breve acquazzone non le avrebbe rovinato la serata. Ora, quel breve acquazzone si era trasformato in un diluvio, e la sua vecchia Panda, parcheggiata a un chilometro di distanza, le sembrava irraggiungibile. Aveva promesso a suo nonno, ricoverato d’urgenza all’ospedale di Careggi, che lo avrebbe raggiunto al più presto. L’infermiera le aveva detto al telefono che era agitato, che chiedeva solo di lei. Il pensiero la spinse a correre più veloce, ma la pioggia e il vento erano implacabili. La sua giacca leggera era fradicia, le scarpe inzuppate e il telefono, tra le mani tremanti, mostrava una percentuale di batteria pericolosamente bassa.

Tentò di chiamare un amico, Marco, ma la linea era occupata. Provò un’app di ride-sharing, ma l’attesa stimata superava i quarantacinque minuti, e non era sicura che un autista accettasse la corsa con quel tempo. Il panico iniziò a salire, strozzandole la gola. Non poteva arrivare in ospedale in quelle condizioni, bagnata e in ritardo. Non poteva deludere suo nonno, l’unico vero familiare che le era rimasto. Si accostò al portone di un palazzo, cercando un riparo precario, e con le ultime forze digitò sul telefono il numero di Radio Taxi 24 Firenze, che aveva trovato cercandolo freneticamente su Google.

La voce calma all’altro capo del filo fu una benedizione. Elena spiegò la situazione con voce rotta dall’angoscia, indicando la posizione precisa in cui si trovava. “Non si preoccupi, signorina, le inviamo subito un taxi. Siamo attivi ventiquattro ore su ventiquattro, qualsiasi condizione atmosferica.” Le parole rassicuranti la fecero respirare più facilmente. Dopo pochi minuti, tra la pioggia incessante, vide le luci gialle di un taxi svoltare l’angolo. Un autista distinto, con un’espressione rassicurante, le aprì la portiera. “Elena?”, chiese. Lei annuì, a malapena riuscendo a parlare.

Il tragitto verso l’ospedale fu rapido e confortevole. L’autista, un uomo di nome Giovanni, tenne un ritmo sicuro nonostante la strada scivolosa e, accortosi del suo stato, le offrì un fazzoletto e alzò il riscaldamento. Parlarono poco, principalmente per la difficoltà di Elena di articolare le parole, ma la presenza silenziosa e professionale di Giovanni le trasmise un senso di sicurezza. Arrivarono a Careggi in meno di venti minuti, un tempo che le era sembrato infinito all’inizio.

Elena corse al reparto, sentendosi stranamente rinvigorita nonostante il freddo e la stanchezza. Trovò suo nonno sveglio e sorridente, ad aspettarla. “Elena, amore mio, mi avevano detto che saresti arrivata, ma con questo temporale temevo il peggio.” Le sue parole, pronunciate con voce flebile ma piena d’affetto, le fecero scendere le lacrime agli occhi. Mentre gli stringeva la mano, sentì una profonda gratitudine per la prontezza e l’efficienza di Radio Taxi 24 Firenze. Senza il loro intervento tempestivo, non sarebbe stata lì, al fianco del suo nonno, in quel momento cruciale. Sapeva che, in futuro, avrebbe sempre potuto contare su di loro, giorno e notte, qualunque fosse l’emergenza.

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