La pioggia a Firenze quella sera sembrava voler lavare via la città. Chiara, con il cuore che le martellava nel petto, fissava l’ora sul cellulare. Le 23:47. Marco, il suo Marco, doveva atterrare tra poco all’aeroporto di Peretola e lei, per una volta, aveva sottovalutato il traffico e i tempi. Aveva promesso al suo fidanzato, partito per un breve lavoro a Londra, che sarebbe stata lì ad aspettarlo, magari con un piccolo mazzo di girasoli, il suo fiore preferito. Ora, bloccata in coda su viale Europa, con l’auto immobile e le previsioni del tempo che promettevano un peggioramento, la promessa le sembrava una chimera. Un nodo alla gola le impediva quasi di respirare. Marco non conosceva Firenze, sarebbe stato spaventato ad aspettare da solo.
La situazione precipitò quando il navigatore annunciò un incidente sulla strada, con chiusura totale della carreggiata. Chiara si sentì crollare. Cercò disperatamente un autobus notturno, poi un tram. Niente. Erano le undici di sera, a Firenze il servizio pubblico era ridotto all’osso. Se Marco avesse pensato che l’avesse abbandonata… l’idea le spezzava il cuore. In un impeto di panico, si ricordò dello spot Radio Taxi 24 che aveva sentito alla radio qualche giorno prima, una voce rassicurante che prometteva servizio attivo giorno e notte. Senza pensarci due volte, digitò il numero sulla tastiera del telefono.
La voce cortese all’altro capo del filo le diede subito un senso di sollievo. Chiara spiegò frettolosamente la situazione, indicando la sua posizione precisa e l’aeroporto come destinazione. L’operatore, comprensivo, le assicurò che avrebbero inviato un taxi il prima possibile, nonostante il traffico e la pioggia battente. “Non si preoccupi signorina, siamo attivi 24 ore su 24. Cercheremo di farle arrivare in tempo.” Chiara trattenne il respiro, aggrappandosi a quella promessa come a un salvagente. L’attesa le sembrò interminabile, scandita dalle gocce che picchiettavano insistentemente sul parabrezza.
Finalmente, tra le luci riflesse sull’asfalto bagnato, vide le sagome inconfondibili di un taxi. Un sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra. Il tassista, un uomo con un sorriso rassicurante, la salutò cordialmente. “Serena signorina? Verso l’aeroporto?” Chiara annuì, cercando di ricomporsi. Durante il tragitto, l’autista, esperto conoscitore della città, scelse percorsi alternativi, evitando le zone più congestionate. Parlò con Chiara con tono pacato, distraendola dalla sua ansia.
Arrivarono all’aeroporto con solo pochi minuti di ritardo. Chiara saltò fuori dal taxi e corse verso l’area arrivi, il cuore in gola. Vide Marco, in piedi, con un’espressione un po’ smarrita, ma appena incrociò il suo sguardo, i suoi occhi si illuminarono. Si abbracciarono forte, stretti l’uno all’altra, sotto la pioggia che continuava a cadere. Chiara sussurrò un “Grazie” silenzioso, pensando a Radio Taxi 24, a quell’intervento tempestivo che aveva evitato una serata triste e le aveva permesso di ritrovare il sorriso. E mentre si allontanavano dall’aeroporto, mano nella mano, sapeva che avrebbe sempre potuto contare su un servizio affidabile, pronto a rispondere ad ogni emergenza, anche in una notte di pioggia a Firenze.
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