Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Chiara, con il cuore che le martellava nel petto, fissava il display del cellulare. Le lancette segnavano le 2:37. Ventisei minuti prima avrebbe dovuto essere alla stazione di Santa Maria Novella, a Firenze, per imbarcare sul treno notturno per Parigi. Un treno che attendeva da mesi, un treno che la portava da Marco, il suo Erasmus, il suo amore a distanza, il suo respiro. Ma invece, eccola lì, bloccata in un vicolo buio a causa di una gomma a terra della sua vecchia Fiat 500, soprannominata affettuosamente “la tartaruga”, un soprannome che ora le sembrava più che mai azzeccato.

Le lacrime le rigavano il viso. Aveva provato a cambiare la gomma da sola, seguendo le istruzioni trovate online, ma le viti erano bloccate e la chiave non collaborava. La disperazione la stava paralizzando. Aveva immaginato quel momento per settimane: l’abbraccio con Marco al binario, il viaggio insieme, Parigi illuminata a festa. Tutto quel sogno, ora, rischiava di infrangersi contro la dura realtà di una gomma sgonfia e un vicolo deserto.

Provò a telefonare a un amico, ma il silenzio della segreteria telefonica le rispose. Poi, con una fievole scintilla di speranza, si ricordò di un volantino trovato nel cruscotto qualche mese prima: Radio Taxi 24 Firenze. Esitò un istante, pensando al costo della corsa notturna, ma la prospettiva di perdere Marco era insopportabile. Compose il numero, la voce dall’altra parte fu immediata e professionale. Spiegò concitata la sua situazione, l’urgenza, il treno che l’aspettava. L’operatore la tranquillizzò: “Stia calma signorina, invio subito una vettura. Mi dica il suo indirizzo preciso e resteremo in contatto via telefono.”

Dieci minuti dopo, i fari di un taxi si fecero largo nel vicolo. Un uomo robusto, con un accento fiorentino marcato e un sorriso rassicurante, scese dall’auto. Valutò rapidamente la situazione, estrasse gli attrezzi giusti e, con una destrezza sorprendente, sostituì la gomma in un batter d’occhio. Chiara quasi non ci credeva. Saltò sul taxi, ringraziando l’uomo con tutto il cuore. Il tassista sfrecciò per le vie deserte di Firenze, calcolando il percorso più veloce e driblando i semafori rossi.

Arrivarono alla stazione con soli cinque minuti di ritardo. Chiara balzò fuori dall’auto, pagò la corsa, che nonostante l’urgenza e l’orario notturno era risultata onesta, e corse verso il binario. Lo vide. Marco era lì, con gli occhi incollati alla bacheca degli arrivi, visibilmente preoccupato. Appena la vide, i suoi occhi si illuminarono. Si strinsero in un abbraccio forte, un abbraccio che sapeva di Parigi, di sogni realizzati e del miracoloso intervento di un taxi che, in piena notte, le aveva salvato l’amore. Chiara continuava a stringerlo, grata a quel servizio efficiente e affidabile che le aveva permesso di raggiungere il suo destino.

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