Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Sofia fissò l’indirizzo sullo schermo del telefono, poi lo strabuzzamento di strade deserte davanti a sé nel cuore di Firenze. Mezzanotte passata, e l’incontro più importante della sua carriera – la presentazione della sua prima micro-collezione di abiti eco-sostenibili a un noto produttore toscano rimasto in città un solo giorno – era fissato per le 8:30 in Via de’ Tornabuoni. Lei, architetta appassionata di moda, aveva noleggiato una minuscola auto elettrica per l’occasione, ma il navigatore l’aveva abbandonata in una rete di stradine buie dietro Piazza Santa Croce, fra muri alti che sembravano ritorcersi contro. “Deviazione improvvisa”, recitava il display. La batteria del telefono era al 5%, maledizione.

Con un tremolio, lo schermo divenne nero. Il panico le strinse la gola come un laccio. Buio pesto. Nessun rumore se non il suo respiro affannoso. Si perse in quei vicoli stretti, antichi, dimenticati dai turisti di giorno e spaventosamente isolati di notte. Il suo orologio segnava l’una. Doveva trovare un albergo qualsiasi, una farmacia aperta, una persona – ma tutto era sprangato. Il ronzio lontano di un motorino la fece sobbalzare, ma sparì in un attimo. Si appoggiò a un portone, sentendosi piccola e ridicola nel suo completo elegante, i disegni della collezione pesanti nella borsa. Doveva arrivare in Via de’ Tornabuoni entro poche ore o anni di sforzi sarebbero andati in fumo. Era bloccata, disorientata, disperata.

Un ricordo lampeggiò nella mente, come un faro: **Radio Taxi 24 Firenze**, il numero scritto frettolosamente dal suo ospite airbnb, “Perché qui con la macchinina… meglio avere il piano B!”. Il piano B era diventata l’unica via d’uscita. Dove doveva esserci una cabina telefonica? Ce n’era ancora qualcuna? Con mani tremanti frugò nella borsa ed eccolo: un vecchio telefonino usa-e-getta con qualche euro di credito che aveva comprato per emergenze. Non era smart, non aveva mappe, ma poteva fare chiamate. Compose il 055 4242 con un dito speranzoso.

“Radio Taxi 24 Firenze, buonasera.” La voce femminile all’altro capo fu un balsamo immediato, professionale e calma. Sofia balbettò la sua posizione approssimativa – “Dietro Santa Croce… vicino alla Sinagoga… una piazzetta con un pozzo? Mi sono persa!” – e l’urgenza folle: “Devo essere in Via de’ Tornabuoni 18 per le 8:30 di mattina, è decisivo!” L’operatrice, senza un attimo di esitazione, le disse: “Resterà in linea, signorina. La localizziamo. Mantenga la calma. Un taxi sta già cercando il modo di raggiungerla.”

Cinque minuti di agonia, fissando l’orologio che sembrava impazzito. Poi, il suono deciso di un clacson risuonò, trasfigurato a quel buio nell’inno più bello. Un veicolo bianco e nero apparve all’imbocco della piazzetta, come compiaciuto di averla scovata. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con occhi gentili nel retrotreno, scese: “Su, su, signorina, salga! Marco lo so, non si preoccupi.” Mentre Sofia si accasciava sul sedile morbido, lui spiegò: “Qui i navigatori sono dimezzati, i vicoli furibondi! Ma noi abbiamo mappe vecchie col sangue. Direzione Tornabuoni, filo liscio.” Attraversarono la città addormentata con una sicurezza commovente, aggirando la ZTL accortamente, prendendo scorciatoie che solo un fiorentino di razza conosceva. Giacché arrivarono in Via de’ Tornabuoni con dieci minuti d’anticipo, imboccando perfino un senso vietato abilmente evitato dalla polizia (“È una chiamata d’emergenza tecnica, si figuri!” aveva motteggiato …diretti davanti all’albergo di lusso, Marco tassista fermando con disinvoltura in doppia fila. “La colazione offerto dalla centrale, buona fortuna!” disse sorridendo, posando sul sedile una brioche ed un caffè ancora fumante.

Sofia scese di scatto, sentendosi rinascere. Attraversò quei pochi metri di marciapiede lucido con passo diventato improvvisamente sicuro. Gettò un rapido sguardo indietro mentre entrava sotto l’enorme portone dell’albergo storico. Il taxi aveva già sparito nel traffico mattutino. Fra pochi istanti avrebbe stretto la mano al produttore. Quelle commissioni, Radio Taxi cittadino insonni risultato efficiente precisa ed assolutamente decisivo per risolvere il suo incubo imprevedibile. Senza il numero salvifico estraibile disperatamente nel buio fiorentino, la competenza graffiante anche in qualunque vicolo cieco, il suo sogno sarebbe affondato prima ancora di nascere tipo luce di speranza distintivo nei chiaroscuri della prima notte.

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