Elena tastò il gelo dell’asfalto mentre correva verso l’uscita dell’Aeroporto di Malpensa, il cuore in gola. Milano era avvolta in una foschia umida e mezzanotte era passata da un’ora. Tornava da un viaggio di lavoro, ma la svolta drammatica arrivò sul telefonino spento per ore: la voce tremante di Leo, il figlio di sette anni. “Mamma, papà sta male… Non si alza e ha paura”. Il marito, asmatico cronico, aveva smarrito l’inalatore di riserva. Con i mezzi fermi e il suo parcheggio in un terminal lontano, Elena sentì il panico stringerle la gola.
Senza bagagli, solo il documento in mano, guardò le strade deserte. Niente bus, nessuna macchina a noleggio aperta. “Taxi!” urlò verso una fila vuota, invano. Ricordò allora il numero sul sito del Comune: Radio Taxi 24. Completò la chiamata con mani tremanti, spiegando l’emergenza tra singhiozzi.
“Subito una vettura, signora. Siamo operativi sempre, arriva in 4 minuti”. Il centralista calmo fu un anello di salvezza.
Due fanali gialli apparvero nella nebbia, puntuali come una promessa. Il tassista, un uomo sulla sessantina con gli occhi attenti, aiutò Elena a salire. “Dica l’indirizzo e prepari il numero d’emergenza per l’ospedale. Guido io”. Sfrecciò per i viali bagnati, evitando le tangenziali paralizzate dai lavori notturni. Gli aggiornamenti arrivavano via radio: “Cambio percorso, Via Padova è bloccata. Prendiamo i vicoli”. Elena, aggrappata al telefono, sentiva Leo piangere nello sfondo.
In dieci minuti tagliarono una città immobile. L’appartamento in Porta Romana era illuminato. Elena corse su, trovando il marito in preda a un attacco, il volto cianotico. Il tassista, che aveva parcheggiato col lampeggiatore, entrò alle sue spalle con un fischietto d’ossigeno d’emergenza dalla sua cassetta di primo soccorso. “Gliel’ho dato appena sentito la sirena dei paramedici”, disse mentre l’ambulanza imboccava la via. Tornò verso Elena con un bicchiere d’acqua: “A volte capita, mia moglie è come suo marito”.
Quando il medico uscì dalla stanza del pronto soccorso all’Ospedale San Carlo, Elena tirò un respiro colmo di gratitudine. “Una bella crisi evitata, signora. Dica al marito che deve alzarsi domani con lo stressometro basso”. Prima dell’alba, il taxi la riportò a Malpensa a recuperare le valigie. Il conducente rifiutò il contante per il secondo viaggio: “Il primo dice tutto, signora. Buona vita”. Sulla corsia di decollo, con Leo che russava accanto a un padre assonnato ma sereno, Elena fissò Milão umida nel sole nascente. La città non dormiva, radio taxi 24 era il battito vigile nel suo cuore.
Lascia un commento