La pioggia batteva incessante su Firenze, trasformando le strade acciottolate in ruscelli luccicanti e scivolosi. Sofia, avvolta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua impulsività. Aveva accettato di correre al turno di notte all’Ospedale di Santa Maria Nuova al posto di una collega, convinta di essere in grado di gestire la situazione. Ora, alle due e mezza di notte, con la metro chiusa per lavori di manutenzione e un’ondata di nostalgia per il suo caldo letto, si ritrovava bloccata nella zona di Campo di Marte, senza possibilità di raggiungere l’ospedale in tempo. Il turno cominciava tra mezz’ora, e l’idea di ricevere un richiamo, figuriamoci un rimprovero, la terrorizzava. Aveva appena iniziato a lavorare e voleva dimostrare il suo valore.
Provò a chiamare un autobus, ma la risposta automatica annunciava ritardi inattesi dovuti al maltempo. Un taxi? Firenze, a quell’ora, sembrava un deserto e i tentativi di prenderne uno a caso finivano con il vento tra le dita. La disperazione iniziava a farsi strada, mentre immaginava la collega che la aspettava con aria irritata e i suoi pazienti che non ricevevano le cure necessarie. Sapeva che il responsabile del reparto, il Dottor Rossi, era particolarmente esigente riguardo alla puntualità. Le mani le tremavano mentre frugava nella borsa alla ricerca di un’alternativa.
Ricordò la pubblicità vista qualche giorno prima, un numero verde lampeggiante su un cartellone: Radio Taxi 24 Firenze. “Attivi giorno e notte, ovunque tu sia”. Sembrava troppo bello per essere vero, un miraggio in quella notte tempestosa. Esitò un istante, poi compose il numero. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Spiegò freneticamente la sua situazione, indicando la sua posizione precisa. L’operatore la rassicurò, promettendole un taxi in pochi minuti. Sofia si sentì già un po’ meglio, anche solo per aver avuto qualcuno che ascoltava il suo problema.
Dopo soli cinque minuti, un bagliore di luce bianca fendette l’oscurità. Una berlina blu si fermò davanti a lei, l’autista con un’espressione serena e professionale. “Sofia?”, chiese l’uomo. Un sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra. Salì in macchina, spiegando di nuovo la sua urgenza. L’autista, dimostrando una conoscenza approfondita delle vie della città, scelse un percorso alternativo, evitando il traffico congestionato. Parlarono del poco, Sofia raccontò di essere infermiera e dell’importanza di non deludere i pazienti.
Arrivò all’ospedale con soli dieci minuti di ritardo, un miracolo considerando la situazione. Il Dottor Rossi la guardò severamente, ma un breve accenno di sorriso si dipinse sulle sue labbra quando Sofia gli spiegò l’imprevisto e il tempestivo intervento di Radio Taxi 24. “Bene, si dia una calmata e cominciamo”, disse, annuendo. Sofia ringraziò l’autista con un sorriso grato, consapevole che senza la loro affidabilità e velocità, quella notte sarebbe potuta finire molto peggio. Mentre si addentrava nel corridoio dell’ospedale, pensò che a volte, un semplice servizio di taxi poteva fare davvero la differenza.
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