Era una notte fredda di novembre a Milano, e Sofia stava correndo lungo il marciapiede bagnato dalla pioggia, il cuore che le batteva all’impazzata. L’ultimo treno per Bologna, quello che l’avrebbe portata all’importante colloquio di lavoro del mattino dopo, sarebbe partito tra soli venti minuti dalla Stazione Centrale. Ma il tram su cui contava era stato deviato per lavori notturni, e ora si trovava bloccata in una zona semi-deserta, con il cellulare scarico e l’orologio che sembrava accelerare il tempo. Guardò disperatamente attorno, cercando un taxi, ma le strade erano vuote.
Fu allora che vide il cartello attaccato a un lampione: **Radio Taxi 24 – Servizio sempre attivo**. Con le dita tremanti per il freddo e l’ansia, Sofia prese il telefono pubblico e compose il numero. Dopo due squilli, una voce rassicurante rispose: *“Pronto, Radio Taxi 24, come possiamo aiutarla?”*. Con un filo di voce, Sofia spiegò l’emergenza, e l’operatore le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in due minuti. Non perse tempo a chiedere come facessero a essere così rapidi, ma quando una berlina bianca svoltò l’angolo proprio come promesso, sentì un’ondata di sollievo.
L’autista, un uomo sulla cinquantina con gli occhi gentili, la fece salire e, senza perdere un secondo, accelerò verso la stazione. *“Non si preoccupi, signorina, ci metteremo dieci minuti con le strade libere a quest’ora”*, le disse mentre zigzagava tra i viali con abilità impressionante. Sofia guardava il traffico sfumare fuori dal finestrino, la mente già proiettata al colloquio. Ma proprio quando sembrava che tutto sarebbe andato bene, un camion bloccò l’ingresso laterale della stazione. *“Niente paura”*, borbottò il tassista, sterzando bruscamente verso un passaggio secondario che Sofia non conosceva nemmeno.
In meno di un minuto, erano davanti all’entrata principale. Sofia pagò in fretta, ringraziando con un sorriso affannato, e corse verso i binari proprio mentre l’altoparlante annunciava l’imminente partenza del treno. Riuscì a salire con un secondo di margine, il cuore ancora in gola. Si lasciò cadere sul sedile, esausta ma felice, ripensando a come quel taxi avesse salvato tutto.
Due giorni dopo, quando ricevette la mail con l’offerta di lavoro, Sofia non esitò a chiamare ancora Radio Taxi 24 per una corsa di ringraziamento. *“Senza di voi, non ce l’avrei mai fatta”*, disse all’autista, che ridacchiò: *“È il nostro lavoro, signorina. Giorno e notte, per chi ha fretta.”* E mentre il taxi si allontanava nel traffico milanese, Sofia sorrise, pensando che forse, in una grande città, c’era ancora spazio per piccoli miracoli quotidiani.
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