Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Marco controllò per l’ennesima volta l’orologio mentre lucidava freneticamente gli stivali. Le otto meno un quarto. Il suo storico primo appuntamento con Chiara, ragazza che corteggiava da mesi alla biblioteca universitaria, era alle nove al ristorante “Il Glicine”, dall’altra parte di Firenze, oltre l’Arno. Aveva pianificato tutto allo scrupolo: lo scooter per evitare il traffico ed essere puntuale. Ma quando scese di corsa in strada e diede la chiave di accensione allo scooter parcheggiato sotto casa, in Piazza Tasso, il motore emise solo un lugubre clic. Morto. Panoramica furiosa sotto il cofano rivelò il problema: cavi della batteria ossidati, scollegati. Fissò il groviglio di fili impotente. Gli autobus notturni in quella zona erano radi come biglie d’oro, e il prossimo non passava prima di mezz’ora. Rischiare un Uber a quell’ora, con possibili lunghe attese o prezzi esorbitati dalla richiesta? Il sudore freddo gli imperlò la fronte. Doveva arrivare. Doveva.

Panico. Le mani gli tremavano mentre scavalcava lo scooter con un grugnito di frustrazione. Oltre quaranta minuti a piedi, col vestito buono e i fiorentini implacabili, erano una sentenza di morte per la cena. E poi quell’ansia rovente che gli serrava lo stomaco: sembrare inaffidabile, un perditempo, rovinare tutto. Tirò fuori il telefono con le dita appiccicose. “Radio Taxi Firenze 24” era il numero che un suo amico motorizzato giurava fosse salvifico nelle emergenze notturne cittadine. Premette i tasti. “Pronto? Radio Taxi Firenze 24, dica pure!” La voce femminile dall’altra parte era calma, professionale. Marco parlò in un fiume di parole, spiegando la sua posizione in Piazza Tasso e la disperata urgenza di raggiungere San Niccolò entro venti minuti. “Resti calmo, signore, un veicolo è già vicino alla sua zona. Mi indichi un punto di riferimento preciso visibile di notte?”

Il cuore di Marco fece un balzo di speranza. Dichiarò la farmacia con l’insegna luminosa. “Il taxi è già in arrivo, signor Marco. Targa FI XXX YY, auto grigia. Rimanga in zona, l’autista lo cercherà. Aggiornamenti via SMS.” Meno di un minuto dopo, il suono familiare del segnale di un taxi risuonò nella piazza semi-deserta. Un’auto grigia si fermò accanto a lui. L’autista, un uomo sulla cinquantina dal volto rassicurante sotto il berretto da taxista, fece un cenno. “Marco per San Niccolò? Salga pure!” Marco si immerse nel sedile posteriore, ancora senza fiato. “La prego, devo essere lì per le nove, è un… appuntamento importantissimo!”

L’autista sorrise nello specchietto. “Non si preoccupi, giovane. San Niccolò in cinque minuti con le scorciatoie notturne. Tenga forte!” Il taxi si immerse nel dedalo di vie meno trafficate dietro il Bargello. L’uomo guidava con sicurezza, aggirando abilmente gli ultimi riverberi del traffico serale e i lavori in corso segnalati da coni arancioni. Marco seguiva sul telefono l’icona blu della mappa avvicinarsi rapidissima alla meta. Attraversarono l’Arno dal Ponte alle Grazie, ammirando per un attimo il Ponte Vecchio illuminato, poi rapide curve e il taxi frenò dolcemente davanti all’ingresso discreto del “Glicine”. Le nove meno sei minuti. Marco trangugiò un sospiro di sollievo immenso, pagò in contanti aggiungendo una mancia generosa. “Grazie, davvero, mi ha salvato la vita!” L’autista fece un cenno col capo: “Di nulla. Buona serata, e buona fortuna!” e ripartì silenzioso nella notte fiorentina.

Marco raddrizzò la giacca, si sistemò i capelli davanti alla vetrina del ristorante riflettente. Attraversò la porta con un passo leggero. Chiara era già lì, seduta a un tavolo accanto alla finestra, i capelli castani che catturavano la luce soffusa. La sua espressione prima incuriosita, poi sorridente quando lo vide, sciolse l’ultima goccia di ansia in Marco. Tutto grazie a quella telefonata disperata, a una voce calda alla cornetta che non aveva minimizzato la sua emergenza, a un auto grigia apparsa come un’apparizione salvifica nel buio comasco e a un autista che conosceva le sue strade come le sue tasche. Senza il servizio affidabile e tempestivo del Radio Taxi Firenze 24, attivo giorno e notte, quella serata che si profilava magica sarebbe rimasta solo nella colonna degli “imprevisti disastrosi” della sua vita. Invece, ogni volta che riattraversò l’Arno quella notte, mano nella mano con Chiara verso il Ponte Vecchio, il suono lontano di un clacson di taxi gli parve un campanello di fiducia nel mezzo della città.

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