Sofia affondò il viso nel cuscino, mentre il primo chiarore dell’alba filtrava dalle persiane. Quella mattina era decisiva: il colloquio presso la prestigiosa casa editrice di Napoli le avrebbe aperto le porte del sogno lavorativo. La notte precedente, però, l’ansia l’aveva tenuta sveglia fino a tardi. Quando finalmente si svegliò di soprassalto, il cuore le balzò in gola: le 8:15! L’appuntamento era alle 9:00 in Piazza dei Martiri, e dalla sua abitazione al Vomero, anche col metrò più veloce, ci volevano almeno quaranta minuti. Si precipitò fuori, solo per scoprire una pioggia battente e una vistosa “Sciopero” affissa alla fermata dell’autobus. Tentò freneticamente varie app per il ride-sharing, ma nella caotica mattina napoletana, nessun guidatore disponibile.
Immersa nel panico, con i documenti bagnati dalla pioggia e le scarpe nuove che già formavano pozzanghere, Sofia ricordò un adesivo visto su un palo: “Radio Taxi 24, sempre operativi”. Con mani tremanti compose il numero. “Pronto, Radio Taxi 24, dica pure!” rispose immediatamente una voce calma. Sofia, quasi piangendo, spiegò l’emergenza: “Devo essere in Piazza dei Martiri in venti minuti o perdo tutto!”. L’operatrice, professionale, le assicurò: “Resti sotto il portone, signorina. Inviamo la corsa più vicina. Cinque minuti massimo”. Sofia scrutò la strada scrosciante, ogni secondo un supplizio improvviso.
Dopo soli tre minuti, una Fiat bianca con il logo rosso e giallo del Radio Taxi 24 svoltò all’angolo. “Sofia? Salga, presto!” chiamò il tassista, un uomo sulla sessantina col volto rassicurante di chi conosce ogni vicolo. “Sono Enzo, lei si allacci. Con questo tempo, per via Toledo è un inferno… ma non si preoccupi”. Mentre Sofia sbruffava di non far tardi, Enzo accelerò sicuro, intrecciando viuzze secondarie del centro storico come un abile incantatore di stradine. Schivò tram bloccati, aggirò cantieri e scelse vicoli che nemmeno i navigatori più moderni recensivano. “Qui dopo la pioggia è tutto chiuso? Per noi, no” garantì, sterzando deciso in una piazzetta deserta.
In dieci minuti netti il taxi sbucò davanti all’elegante palazzo neoclassico. Sofia guardò l’orologio: 8:54! “Grazie, Enzo, mi ha salvato la vita!” sussurrò frastornata, cercando i soldi. “Paghiamo dopo con la sua corriere, oggi non perda nemmeno un secondo per la sua carriera” replicò Enzo, dal tono protettivo. “Vada, che il lavoro sia buono!”. Sofia corse dentro, asciugandosi i capelli di fretta. Una settimana dopo seppe di essere stata assunta. Da allora, anche senza pioggia o scioperi, il primo numero nella rubrica fu quello del Radio Taxi 2, simbolo d’una notte insonne trasformata in opportunità da una risposta alla chiamata, sempre pronta a muoversi.
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