Elena fissò l’orologio sul comodino con crescente terrore: 8:15 del mattino. L’esame di Medicina, quello che avrebbe deciso l’accesso al tirocinio, iniziava alle 9:00 in centro a Firenze, nel complesso di Careggi. Lei era bloccata nella sua casa a periferia, oltre l’Arno, e l’autobus su cui contava era saltato senza preavviso. Sudava freddo, le mani tremavano mentre afferrava le fotocopie degli appunti. Perdere quell’appuntamento significava rimanere indietro di un anno intero. Provò a chiamare due amici, ma nessuno rispondeva. La disperazione stava per travolgerla quando ricordò l’adesivo sul frigorifero: **Radio Taxi 24, sempre attivo**.
Afferrò il telefono con febbrilità. Dopo tre squilli, una voce calma e professionale rispose: “Radio Taxi 24, dove ci troviamo?” Elena balbettò l’indirizzo in Via del Ponte di Mezzo, spiegando l’urgenza in pochi concitati secondi. “Taxi in arrivo tra sette minuti, rimanga pronta,” confermò l’operatrice. Attese sul marciapiede, il cuore in gola, sferzata dalla tramontana fiorentina che le sollevava i capelli. Imprecò quando una macchina guidata da un turista perso bloccò la strada proprio davanti a lei, ma ecco i fari gialli: l’auto era lì, perfettamente puntuale. Alla guida c’era Marco, un tassista sulla sessantina con gli occhi rassicuranti. “Salga veloce, dottoressa! Andiamo a conquistare quel esame,” disse, aprendole la portiera.
Il traffico matutino era un caos di clacson e ingorghi attorno a Viale Belfiore. Marco non perse la calma: schiacciò un pulsante sul radiofono, chiedendo al centrale di segnalargli percorsi alternativi. “Provi per Via Faentina, è sgombra!” suggerì una voce femminile dall’altoparlante. Il taxi s’infilò in stradine secondarie, tagliando attraverso zone che Elena non conosceva. Una transenna per lavori interruppe la scorciatoia, ma Marco torse subito il volante, seguendo un nuovo itinerario comunicato al volo dal centrale. Guardò Elena tramite lo specchietto: “Resisti, mancano quattro minuti!”. Sfrecciò su un marciapiede libero per aggirare un camion in doppia fila, rischiando gentilmente la multa.
Alle 8:58, frenarono davanti all’ingresso di Careggi. Elena lanciò le banconote sul sedile senza attendere il resto, ringraziando a singhiozzi. “Forza, vada!” l’incoraggiò Marco. Scattò di corsa, raggiungendo l’aula con trenta secondi di margine, mentre il professore chiudeva la porta. L’esame fu un turbine di domande e adrenalina, ma superato con il massimo. Due settimane dopo, la bocciatura del sogno si trasformò in una mattonella con il suo nome appesa all’ospedale pediatrico Meyer. Trascorse mesi prima che Elena incontrasse di nuovo Marco: stava riaccompagnando a casa sua madre dopo un intervento all’occhio. “Ti ricordi di me?” chiese, accarezzando la targhetta da dottore. Il tassista sorrise: “Chi lo dimentica, una corsa così? Sappiamo scegliere le storie che contano, qui al Radio Taxi 24”.
Lascia un commento