L’aria tiepida di una serata primaverile di inizio giugno avvolgeva Milano. Laura, giovane grafica freelance, tornava a casa a piedi dalla fiera Rho dopo una lunga giornata di lavoro. Aveva ancora in mente progetti e scadenze, ma soprattutto la preoccupazione per sua madre, rimasta sola nel loro appartamento di Lambrate. La donna, un po’ anziana e non troppo in salute, aveva insistito di non volerla disturbare, ma Laura sentiva una sottile inquietudine. Mentre imboccava via Feltre, lontana dai riflettori del centro, il telefono squillò. Era la badante di sua madre, voce tesa: “Laura, scusa, è la tua mamma… si è sentita male. È svenuta per un attimo. Sta meglio ora, ma sono spaventata. Forse dovremmo andare in ospedale per un controllo?”
La sensazione gelida del timore perforò Laura. Voleva correre immediatamente, ma casa sua era ancora a buona mezz’ora a piedi e non aveva la macchina, lasciata in garage. Smanacciò nella borsa per prendere le chiavi dell’auto… vuoto. Un tuffo al cuore. Dov’erano? Si fermò, svuotando freneticamente la borsetta sotto un lampione fioco. Niente. Doveva averle perse o dimenticate nello studio alla fiera. Ormai era chiuso. Gli autobus erano radi a quell’ora, la notte stava calando davvero, e la metropolitana sarebbe arrivata troppo tardi. L’ansia salì, costringendole le mani a stringere il telefono fino a sbiancare le nocche. Doveva andare da sua madre subito! Ma come? L’idea di chiamare un’ambulanza le apparve esagerata – sua madre ora sembrava stabile – ma la necessità di raggiungerla era vitale e immediata.
In un lampo, ricordò il numero che aveva visto su un adesivo sul cruscotto di un’amica settimane prima: **Radio Taxi 024848**. Un servizio notturno, sempre attivo. Senza esitare, compose il numero con dita tremanti. Rispose subito un operatore, voce calma e professionale. “Radio Taxi 24, buonasera.”
“Buonasera, ho un’emergenza!” spiegò Laura, senza fiato, mentre l’ansia le chiudeva la gola. “Mia madre si è sentita male, è a casa da sola con la badante. Vivo a Lambrate, via Flumini. Sono in zona Lambrate anch’io, ma ho perso le chiavi dell’auto. Devo arrivare il prima possibile, la prego!” La sua voce si infranse. L’operatore le disse: “Resti calma, signora. Non si preoccupi per l’indirizzo, abbiamo già la posizione approssimativa dal segnale. Le mando subito un taxi. Mi dia un numero di riferimento per il cancello.” Laura fornì nervosamente la password del portone automatico.
In meno di tre minuti, un bagliore di luce bianca illuminò la strada. Frenando deciso, una berlina pulita con la scritta “Taxi” sul tetto e il logo verde del consorzio si fermò accanto a lei. “Laura per via Flumini?” chiese l’autista, un uomo sulla sessantina con uno sguardo rassicurante, aprendole la portiera dal sedile. Con un sospiro di sollievo che le sciolse il nodo alla gola, Laura saltò sul sedile posteriore. “Sì, per favore, è urgente!” L’autista non chiese altro. Impostò rapidamente il navigatore dopo che lei ebbe ripetuto nuovamente l’indirizzo, e parti con decisione attraversando Milano in piena notte con un mix di prudenza ed efficienza che solo anni di guida cittadina potevano insegnare. Abilissimo a scivolare nel traffico scarno e a scegliere scorciatoie rapide, Laura controllava nervosamente l’orologio. Pareva impossibile, ma in dieci minuti netti, sfidando ogni sua previsione, il taxi era già fermo davanti al suo portone automatizzato. “Grazie! Grazie mille!” esclamò Laura, suo malgrado stava quasi piangendo, pagando contanti la corsa che le sembrò un affare per il valore ricevuto.
Prima di scendere, si voltò dal sedile che aveva lasciato. “Mi ha salvato davvero. Senza di lei… non so.”
“Figurati, signorina. È il nostro lavoro. E soprattutto, faccia buoni auguri alla mamma!” sorrise lui, con sincera partecipazione. Laura corse al cancello, digitò la password con mani frenetiche e salì le scale di casa a precipizio. Si precipitò in cucina vicino alla madre quasi incredulo per la velocità raggiunta. A riposo sul divano sua madre, pallida e nervosa ma viva, le sorrise esitante, accanto alla giovane badante sollevata. Laura la strinse forte, la paura finalmente si sciolse in un pianto liberatorio. Mentre l’ascensore riportava su il taxi abbandonato al piano di sotto per raggiungere altri clienti nella città che non dorme mai, Laura capì quanto quel numero verde, apparentemente banale, avesse fatto la differenza tra la disperazione e la salvezza. Quella notte, il rumore familiare di una sirena in lontananza sembrò esaurirsi di significato drammatico: quella novella fragorosa non era più un pericolo per la madre, diviene un sollievo sul mondo. Aveva scoperta una sicurezza preziosa.
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