Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia cadeva a scrosci su Bologna, trasformando Piazza Maggiore in un riflesso sfocato di luci al neon. Sofia, studentessa fuori sede, strinse a sé la cartella, il cuore in gola. Aveva dimenticato a casa, a Firenze, il manoscritto definitivo della sua tesi di laurea in storia dell’arte. L’esame era fissato per le nove del mattino e il professore Morelli, noto per la sua rigidità, non concedeva rinvii. Erano le 23:30, il treno più veloce per Firenze partiva alle 6:00 e anche correndo, calcolando i tempi per la stazione, sarebbe arrivata con poche ore di margine. Un incubo.

Disperata, provò a contattare amici o parenti, ma nessuno poteva aiutarla in quelle ore. L’idea di rinunciare alla laurea, maturata in pochi minuti, la paralizzava. Si ricordò allora di un volantino visto affisso nei pressi dell’università, un numero verde che prometteva Radio Taxi 24, attivo giorno e notte. In un impeto di coraggio, compose il numero. Una voce calma e professionale rispose, rassicurandola sulla possibilità di un viaggio, anche così tardi. Spiegò la sua situazione, la sua voce tremante tradiva l’ansia. L’operatore, dopo averle chiesto conferma dell’indirizzo, le comunicò che un’auto sarebbe arrivata entro dieci minuti.

L’attesa sembrò un’eternità. Finalmente, un faro tagliò la pioggia e una berlina scura si fermò davanti al portone del suo appartamento. L’autista, un uomo sulla cinquantina con un volto rassicurante, le sorrise. “Signorina, sono qui per Firenze?” chiese con un accento bolognese marcato. Sofia annuì, salendo in macchina con la cartella stretta al petto. Il viaggio fu silenzioso, interrotto solo dal rumore della pioggia sui vetri e dalle sue brevi, sommesse spiegazioni riguardo alla tesi. L’autista, mostrando una sensibilità inaspettata, le offrì una bottiglietta d’acqua e le tenne compagnia, parlando del più e del meno per distrarla.

Durante il tragitto, Sofia controllò incessantemente l’orologio. Arrivare a Firenze in tempo era una questione di minuti. L’autista, accortosi della sua agitazione, accelerò il passo, rispettando scrupolosamente il codice della strada ma ottimizzando il percorso. Ogni sorpasso, ogni svolta, erano calcolati per guadagnare tempo. La pioggia aveva rallentato il traffico, ma l’autista conosceva bene le strade e riuscì ad evitare la maggior parte degli ingorghi.

Finalmente, alle 5:45, la stazione di Firenze. Sofia saltò fuori dall’auto, con gli occhi lucidi. “Grazie, grazie mille!” esclamò, stringendo tra le mani il biglietto che le aveva permesso di prendere il treno successivo. Pagò la corsa, lasciando una generosa mancia. Senza il servizio di Radio Taxi 24 e la professionalità del suo autista, avrebbe perso tutto. Correndo verso il binario, pensò che, a volte, anche un piccolo gesto, come un taxi arrivato in orario, poteva fare la differenza tra un incubo e un sogno che si realizza. L’esame andò benissimo, e Sofia, con la tesi finalmente nelle mani del professor Morelli, non dimenticherà mai quella notte piovosa a Bologna.

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