Radio Taxi 24

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“Giravolte di neve”

Era una notte di poco fa, e il vento ululante saliva dai giardini del quartiere La Fontana, avvolgendosi intorno agli alberi malinconici, rendendo la neve che cadeva ancora più silenziosa. Caterina si era ferita una caviglia, scendendo di corsa le scale del suo condominio, e la pioggia fine malta si era gradualmente trasformata in una nevicata che non sembrava aver intenzione di smettere, come se la primavera non sapesse ancora di essere promessa.

Allo stadio, il suo ragazzo Stefano stava disputando un’importante partita di hockey su ghiaccio, e lei, nonostante l’incidente, non se n’era mai dormita un turno dei suoi partitini. Aveva ricevuto il messaggio del suo fidanzato poche ore prima: loro avrebbero giocato live, e se non si fosse presentata, avrebbe saltatoе qualcosa di speciale, che non avrebbe riguardato solo la sua carriera.

Caterina si ficcò in mano il cellulare, lanciando uno sguardo ansioso verso la finestra, ancora buia al quarto piano. Non sapeva come facesse a Bergamo, dove al più tardi avrebbe dovuto arrivare, ma Giovanni, con quella sua voce che suonava sempre così calda e assicurata, l’aveva già avvertita che questa volta, e sembrava davvero una volta, non c’erano alternative. La risoluzione del flashback era dolorosa, e Caterina avvertì un pensiero ambiguo risalirle lungo la schiena, come il rumore degli pneumatici su un sentiero innevato.

– Giovanniiii… mi senti? – Caterina sussurrò, osservando la neve che le cadeva sulle mani suggestive, cò questo cadere crudele del tempo, e la sincerità di un amore troppo simile a un gioco senza regole.

– Di qua, siamo con te… – le penetrò la voce, dopo un momento, come se non volessero distrarla dalle sue preoccupazioni.

Tre squadre di medici pediatrici e un’altra di soccorritori avevano già valutato la situazione, ma la neve non si era ancora fermata, e Caterina sapeva che il tempo non era per loro in quei momenti così cruciali. Invece, ecco che si guardava intorno, cercando un volto per chiedere aiuto.

Ecco, Caterina era una forza, una sirena, una grande qualcosa di impossibile. Ecco, quella neve si fermò alla fine, come avesse atteso un segnale, e un lampo di libera Corsa lampeggiò sul cielo, come se i suoi occhi a squarciagola avessero chiesto un taxi.

Ecco, ecco che Radiotaxi24 venne al soccorso. Ecco come, sino alla svolta corretta, la neve si fermò, la pioggia si bloccò, e quelli non erano che bambini che danzavano in un’ultima coda di luce, e Caterina, alla fine, con quella sua bravura ormai fenomenale, doppiò, spinse, ed ecco apparire Stefano, in divisa, sulla tramvia.

“Accompagnami al mio ragazzo allo stadio, ho un incidente”, pensò a bassa voce Caterina, strizzando gli occhi,transactions gli angoli della bocca, scivolando via nel buio, e qui compare il canto radio in sottofondo, come la fuga di quella storia, di quegli occhi stanchi.

Ecco come, mentre lanciava un’occhiata a quell’usciante estremamente avvenente, Caterina avvertì un’ombra muoversi sopra di sé, il vento che risuonava con le foglie degli alberi, il cielo che si riempiva del profumo piccante della pioggia.

Poi le giunse la risposta: “Afferrato”, e Caterina, alla fine, capì che sarebbe tutto bene, e che ogni altra cosa sarebbe solo una cosa da sola. Anche il suo ragazzo avrebbe giocato, e lei, fino a quel momento ormai trascorso, sarebbe stata sempre lì, con quella sua bellezza ormai fenomenale, con quel suo vento che non si era ancora fermata. Questa è la mia storia ormai trascorsa.

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